In questi giorni sto giocando con Facebook per capirlo meglio ed esplorarne le tante opportunità. Condivido alcune “scoperte” e considerazioni.
Le pagine
Facebook non è fatto di soli profili: infatti, esistono le pagine, che andrebbero preferite ai profili in molte circostanze.
I profili, infatti, presuppongo che l’entità descritta sia una persona. Come tale, una persona ha degli amici e compie tutta una serie di altre attività che sono riconducibili alla sua identità e alla sua rete di relazioni. Facebook nasce per gestire reti di relazioni tra individui, tanto è vero che la cerchia più ampia di persone che può vedere un profilo viene definita come “le mie reti e i miei amici”. Se avete ricevuto l’invito da un automobile e vi siete chiesti se accettare o meno, la risposta è semplice: no, perché non ha nessun senso essere amici di un’automobile (a meno che non vi chiamiate Michael Knight e la macchina non sia Kitt).
Le pagine, invece, nascono essenzialmente per motivi di business e per pubblicizzare prodotti, servizi e persone. Le pagine sono pubbliche e quindi possono essere indicizzate dai motori di ricerca. Allo stesso tempo, non si può diventare amico di una pagina, ma occorre limitarsi a essere fan. Coerentemente, mentre un profilo (cioè una persona) può avere fino a 5.000 amici, una pagina può avere un numero infinito di fan.
Ecco perché, i frettolosi quanto superficiali consulenti di Walter Veltroni hanno creato un profilo limitando il numero di suoi sostenitori a 5.000, mentre i più accorti consiglieri di Barack Obama hanno usato una pagina che raccoglie oltre 3.600.000 sostenitori.
In termini di funzionalità, infine, una pagina non ha nulla da invidiare a un profilo o a un gruppo: la si può personalizzare come si preferisce e si possono aggiungere tutte le applicazioni che si vuole. In più, Facebook mette a disposizione un sistema di statistiche.
Ho provato a farne una paginetta agiografica che trovate a questo indirizzo: http://www.new.facebook.com/pages/Nicola-Mattina/54108284448. Ovviamente non dimenticate di diventare miei fan 😉
Facebook Connect
Facebook Connect è l’ennesimo tentativo di sistema di single sign on, ma è il primo che uso veramente semplice da usare. Il meccanismo è molto semplice. Dovete usare un sito che richiede una registrazione? Se avete un account su Facebook e il sito a cui dovete registrarvi è predisposto per Facebook Connect, sono sufficienti un paio di click. Assai più immediato di Open Id.
FB Connect, però, non si limita a consentirvi l’acceso ad altri siti che richiedono la registrazione. Vi permette di portare con voi la vostra rete di amici e di sapere quali di essi usa lo stesso servizio. La dimensione sociale aggiunge molto valore a un sistema di single sign on, anche se devo capire meglio quali sono le modalità per controllare cosa far vedere e cosa no, perché non è detto che sia sempre desiderabile portarsi appresso la rete di amici.
World War
Esiste un mondo di giochi su Facebook: si tratta di applicazioni molto semplici e che non richiedono praticamente alcuna abilità, se non quella di cliccare su dei link. Ne ho istallata qualcuna, ma alla fine sto giocando solo a World War (il tempo è sempre quello che è). La cosa interessante non è tanto il meccanismo di gioco, che è fin troppo banale, quanto la dimensione sociale: tutti questi giochi permettono di progredire solo se si formano dei gruppi e si costruiscono delle alleanze. Nel caso di World War, questo meccanismo arriva fino al punto che si deve scegliere una nazione a cui appartenere. Quindi il progresso dalla nazione dipende dal numero di giocatori e dalle loro performance. Mi sembra un meccanismo molto interessante e meriterebbe di essere approfondito. Con questo sistema, infatti, di potrebbero costruire dei giochi che sfruttano la teoria della complessità e che sono in grado di evolvere: gli attori agiscono localmente, ma producono effetti su scala globale.
Attendo le vostre osservazioni 🙂
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