Il numero in edicola di Nova 24 è dedicato all’innovazione digitale nella gestione pubblica e si apre con un bell’articolo di David Weinberger, di cui vale la pena riportare alcuni passaggi:
Per molte funzioni di e-government, comunque, il Governo difficilmente è un buon provider, per tre ragioni. In primo luogo nessuna organizzazione riesce a offrire tutti i servizi adeguati online. Molte aziende hanno cercato di costruire social network o fornire contatti online o creare cluster informativi, senza grandi successi. La maggior parte ha registrato fallimenti. Il Governo non può fare molto meglio. Se il Governo avesse tentato di fare Facebook o MySpace, probabilmente avrebbe fallito.
In secondo luogo, al di là della mera probabilità , i Governi non sono molto bravi nel mettere a punto software. Tendono a essere lenti e cauti, frenati dalla volontà di non registrare fallimenti in pubblico. Ma la possibilità di fallire, fare aggiustamenti e riprovare è uno dei vantaggi competitivi di Internet […].
In terzo luogo i Governi non si adattano allo spirito di Internet. Tendono a partire da una visione tradizionale di ruoli e bisogni tradizionali, elaborando soluzioni tradizionali che vengono poi attuate sulla rete. Chi, per esempio, potrebbe creare un sito per creare francobolli personalizzati: Amazon.com, eBay o il Governo nazionale? […]
Molte funzioni di egovernment possono quindi arrivare da qualsiasi parte ma non dal Governo. Molti servizi non possono che arrivare dal pubblico perché riguardano l’automazione dei processi interni o richiedono l’accesso a informazioni o servizi protetti. Ma ce ne sono molti altri che non dovrebbero essere forniti dal Governo.