L’amico Fabio Bistoncini propone alcune riflessioni sulla recente questione del ddl Carlucci, scritto (o forse solo ispirato) da Davide Rossi, presidente di Univideo. Lo fa con due lunghi post:
- I blogger italiani – la rete – Davide Rossi – Carlucci (l’antefatto)
- I blogger italiani – la rete – Davide Rossi – Carlucci (i nostri commenti)
I due post meritano anche per il fatto che la società di Fabio Bistoncini, FB Associati, assiste Univideo proprio per le attività di lobby e advocacy. Senza considerare che Fabio frequenta il tema della tutela della proprietà intellettuale da quando lo conosco (correva l’anno 1994 e io avevo ancora tutti i capelli in testa).
Fabio mi tira le orecchie per il tono del post che ho dedicato all’ormai celebre discorso di Davide Rossi alla Camera dei deputati. Per alcuni versi ha ragione e gliela riconosco: d’altro canto ho fatto ammenda nei commenti. Ciò detto, propongo alcune riflessioni su quanto scrive Fabio.
I contenuti del discorso di Davide Rossi
Dice Fabio che il discorso è stato estrapolato dal contesto e quindi la provocazione da sola non può essere giudicata fino in fondo. Online, esistono tutti gli interventi della giornata. Li trovate su You Tube. Mi sono preso la briga di fare una playlist di tutto il panel moderato da Stefano Quintarelli:
Ho ascoltato molti degli interventi di questo panel e qualcuno del panel precedente (il programma completo è sul sito dell’Istituto per le politiche dell’innovazione). Sinceramente, non mi sembra che – una volta messo in contesto – l’intervento di Rossi cambi più di tanto.
Attacco alle persone e ai contenuti
Dice Fabio che è un espediente furbo quello di attaccare la persona invece del contenuto. Che mi sembra sia proprio quello che fa Davide Rossi con la sua filippica sugli errori di greco di De Martin: mai fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te 😉
Ad ogni modo, vi suggerisco di dare un occhio all’intervento di De Martin, perché mi sembra una posizione estremamente condivisibile:
Secondo me, l’intervento di De Martin risponde perfettamente ai commenti di Fabio 🙂
2 Responses
Caro Nicola,
ti ringrazio per l’attenzione che hai voluto dedicarmi. A parte gli scherzi sai benissimo che la mia “tirata d’orecchi” nasce dalla grande stima che nutro nei tuoi confronti.
Mi sento colpevole per il fatto che, vedendo l’ora in cui hai postato, ti ho sottratto tempo prezioso da dedicare alla tua famiglia….
Anche per questo ti voglio sorprendere: a parte l’accentazione…. condivido nella sua genericità l’intervento di De Martin. Sui princìpi si è quasi sempre d’accordo. Le differenze sorgono quando i princìpi generali si traducono in norme da far applicare.
Un saluto
in Italia la legge già esclude l’anonimato sulla rete Internet…
gli ISP conservano i registri e in caso di richiesta dell’autorità giudiziaria forniscono il corrispondente tra indirizzo IP e persona (e persino luogo di connessione).
In caso di reato la polizia postale (o altri) è perfettamente in grado di rintracciare l’identità di qualcuno.
Quindi di cosa stanno parlando?
Non vorrei che si riferiscano alla scrittina “anonimo” che può comparire sui forum o simili… beh non è davvero “anonimo”, esiste un IP e in caso di reato (ripeto) chiunque può essere rintracciato.
Niente reato, niente tracciamento (almeno nei paesi democratici occidentali, in cui spero di continuare a rimanere).
Il problema della caccia ai pedofili non è che sono “anonimi” ma che si nascondono subdolamente (sia nel mondo reale che altrove), per trovarli ci vuole un’attività di investigazione, che la polizia già svolge (egregiamente).
Se vogliamo davvero combattere questa piaga diamogli più risorse e più tecnologie.