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Danone: perché così non funziona

Mi era sfuggita l’escursione 2.0 di Danone assistita da Promodigital. Ne ho letto da Gianluca e da Supercazzola e la trovo molto divertente: adesso sto guardano i video di Delymith.
Devo dire che i video mi sembrano quasi grotteschi: sembra una presentazione alla forza vendita. Appare anche evidente che quello che può funzionare con uno spot televisivo in cui in trenta secondi o meno si associa un brand a un’idea, non funziona quando questa idea la vai ad argomentare.
Inoltre ha ragione Gianluca quando dice che uno conversa dei fatti suoi, delle cose che sono importanti per la sua vita, ma uno yogurt difficilmente diventa un oggetto di conversazione. In questo contesto entrare in un forum e dichiarare di essere disponibile a rispondere su un prodotto lascia il tempo che trova: fin troppo facile diventare vittime di prese in giro. E difficilmente le faq messe a punto dalle relazioni esterne possono essere utili: il rischio è quello di fare la figura del testimone di geova o – volendo attualizzare – del bot.
Se veramente la marca fosse interessata alla salute dei suoi consumatori, se ne dovrebbe occupare andando a presidiare con esperti (e non con persone prese dalle agenzie di comunicazione) luoghi diversi da un forum che si chiama Bertucce. Dovrebbe parlare di stili di vita salutari e mostrare competenza in quest’area e non inserirsi in una conversazione per parlare di se stessa e basta.
Ciò detto, vorrei comunicare alla Danone che qualsiasi yogurt io mangi (generalmente scelgo Vipiteno o Mila, a volte Muller, solo ed esclusivamente sulla base del gusto) vado di corpo che è una bellezza a prescindere da qualche magico principio attivo. Mi dicono che è proprio lo yogurt che fa questo effetto, a prescindere!
Tuttavia, credo che lo yogurt della Danone abbia qualche altra qualità magica, ma a dire il vero non è che uno si può ricordare tutte le puttanate che si inventano quelli del marketing per vendere un semplice, banale, yogurt.

Parlare di salute mentale, serenamente

Vi segnalo un progetto molto interessante: Serenamente, il magazine di psicologia che vuole rendere la salute mentale accessibile a tutti. Sul sito leggo che l’obiettivo