C’è un pericolo intrinseco nelle semplificazioni della comunicazione: eliminare informazioni necessarie alla comprensione. E’ esattamente quello che è accaduto ieri sera all’Opificio Telecom, dove è stata presentata la cosiddetta mappa del futuro, facendo intendere che si tratti di una rappresentazione in qualche modo esaustiva di cosa accadrà nei prossimi dieci anni (vedi il profilo pubblico i Capitale Digitale su Facebook).
Facile quindi essere in disaccordo o trovare elementi mancanti, come ha fatto Carlo Antonelli, direttore di Rolling Stone, e come hanno documentato un po’ di blogger presenti all’evento tramite friendfeed.
Il realtà , la mappa del decennio (è così che si chiama, anche se questo nome è molto meno sexy) fa parte di un programma di ricerca che si chiama Ten Years Forecast, che ogni hanno sforna una nuova mappa (la lista di quelle disponibili finora è in questa pagina).
Ogni anno la mappa cambia perché cerca di fotografare un gruppo di trend diversi e non potrebbe che essere così: ogni cartografia, infatti, è per forza di cose parziale. Su una cartina ci sono le strade, su un’altra le altimetrie, su un’altra ancora le densità della popolazione e via dicendo. Semplificare una cosa complessa per ridurla a slogan non sempre porta un vantaggio.
Parlare di salute mentale, serenamente
Vi segnalo un progetto molto interessante: Serenamente, il magazine di psicologia che vuole rendere la salute mentale accessibile a tutti. Sul sito leggo che l’obiettivo