In questi giorni è in corso un processo di assoluzione di Bettino Craxi con tanto di pellegrinaggi e commemorazioni sulla tomba ad Hammamet. Ieri sera, a Speciale Tg1 sia Claudio Martelli che Maurizio Sacconi hanno esordito enunciando che Craxi deve essere considerato un perseguitato politico ospitato da un paese amico. Ieri sera, commentavo la trasmissione su FriendFeed così:
@salvio. Anche io non tirerei monetine a nessuno, però non credo che vi sia stata alcuna persecuzione nei confronti di Craxi. Non si può ammettere di aver sistematicamente violato la legge e poi gridare alla persecuzione giudiziaria se la magistratura ti porta in processo e ti chiede di assumerti le tue responsabilità. La fuga di Craxi, tra le altre cose, ha determinato l’impossibilità di avere un partito socialista liberale in Italia: se Craxi avesse voluto trarre le conseguenze dal suo discorso alla Camera, avrebbe dovuto accettare di farsi processare. Questo avrebbe dimostrato senso dello Stato; la latitanza invece ha mostrato un uomo molto più piccolo della statura che gli si vuole attribuire. – Nicola Mattina da fftogo
Il giudizio su un uomo politico non può prescindere dal giudizio sulla sua etica, sulla sua capacità di discernere ciò che le regole dello Stato consento di fare e ciò che invece impediscono. Pur non volendo sminuire i meriti dell’uomo, si deve riconoscere che i demeriti sono enormi e invocare il fatto che vi fosse (e tuttora vi è) un sistema di uomini politici che hanno in spregio le regole che essi stesso stabiliscono e un’aggravante, non certo un’attenuante. Su questo tema, si legga anche Alessandro Gilioli.