I commenti al messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica

Con il messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica, il Quirinale inaugura la presenza su YouTube all’indirizzo http://www.youtube.com/presidenzarepubblica e questa è sicuramente una buona notizia. Come era prevedibile, però, i commenti ai video sono stati disattivati. Altrettanto prevedibilmente, a qualcuno questa cosa non è andata giù. Il risultato è che la clip del discorso di fine anno è stata duplicata dall’utente blackoutotale e caricata nuovamente sulla stessa piattaforma per permettere ai cittadini di commentarla liberamente.

Mentre scrivo, i due segmenti hanno ricevuto oltre mille commenti (quasi totalmente di biasimo) e più di 500 voti per lo più negativi:

  • Prima parte: 971 commenti, 477 voti con una media di una stellina e mezza
  • Seconda parte: 123 commenti, 76 voti con una media di una stellina e mezza

Inoltre, poiché non è possibile disabilitare i voti, anche il video ufficiale è stato comunque votato 1166 volte con una media di una stellina e mezza.

Sorvolando sul contenuti del discorso, vale la pena proporre qualche riflessione. La prima, ovviamente, riguarda la decisione di non aprire i commenti. In questo contesto è stato un errore soprattutto perché la scelta è stata abbinata a un messaggio di benvenuto del presidente che dice: “Le nuove tecnologie non conoscono né barriere né frontiere. Ci incontreremo in questo spazio per costruire, insieme, occasioni di partecipazione alla vita democratica.” Va da se che la dichiarazione è in netta contraddizione con la scelta di non ospitare i commenti dei cittadini. Se si fosse stati più coraggiosi, probabilmente si sarebbero attirati i commenti positivi degli estimatori del presidente che pure ci sono: basta dare un’occhiata ai gruppi e alle pagine su Facebook che si complimentano con Napolitano. Senza considerare che sarebbe stato comunque possibile moderare i commenti eliminando quelli ingiuriosi (che sono comunque una minoranza, se contiamo solo quelli con parolacce).

La seconda considerazione riguarda la generale ignoranza sul processo legislativo di chi ha commentato. Una buona parte di essi, infatti, biasima Napolitano per aver firmato il lodo Alfano e altre leggi discutibili. Ahimè, il Presidente delle Repubblica promulga le leggi che sono approvate dal Parlamento: è vero che può rimandare indietro un provvedimento per una seconda lettura, ma se il Parlamento lo ripropone tal quale, la Costituzione prevede l’obbligo di promulgazione.

La terza considerazione si riferisce al fatto che ricorre con una certa frequenza il nome di Sandro Pertini. Ho contato almeno 50 occorrenze, il che significa che circa il 5% dei commentatori non è certo un nativo digitale visto che la presidenza di Pertini finì nel 1985. Insomma, smettiamola di dire che i social media sono solo affare di ragazzini con i brufoli.

Ciò detto, vale anche la pena di fare una proposta articolata in 3 punti:

  1. innanzitutto è opportuno aprire i commenti nel canale ufficiale del Quirinale su YouTube decidendo di moderarli ex post, ossia eliminando solo quelli ingiuriosi e che contengono parolacce. Se non si è disposti a ospitare i commenti, tanto vale lasciare i video sul sito ufficiale e utilizzare un player flash che si possa embeddare invece di un player Java.
  2. confezionare una serie di video didattici sullo stile di Common Craft per spiegare soprattutto ai giovani come funziona lo Stato italiano. E’ inutile illudersi che si faccia educazione civica nelle scuole, quindi meglio sopperire con l’e-learning fatto distribuendo contenuti su YouTube e Facebook.
  3. last but not least: da cittadino e contribuente dico che vorrei che il Quirinale spendesse dei soldi per fornirsi di un grafico degno di questo nome. Sia il sito istituzionale che il canale di YouTube sono di modesta fattura ed è veramente incredibile che ci sia ancora gente che usa un font embossed nel 2009 😉

Aggiungete pure i vostri commenti, grazie…

UPDATE: Roberto Scano su Friendfeed suggerisce anche che i video potrebbero essere sottotitolati per i non udenti. Sono d’accordo!

3 Responses

  1. Quoto specialmente il punto due: abbiamo assoluto bisogno di reimparare, e non solo i giovani. Sfido quelli della mia età a dirmi che differenza c’è tra un decreto legge, una legge quadro e un disegno di legge. Per non parlare delle commssioni (ma che sò ste commissioni) o della Corte dei Conti, e via discorrendo. Io me li guarderei tutti

  2. Nicola, non pensi che questa pessima valutazione possa essere per il presidente della Repubblica un’occasione di confronto con gli elettori su quello che è il suo ruolo, che molti a mio vedere non vedono discinto da quello degli atti del governo?

  3. Luca, dovrebbe esserlo. I commenti indicano chiaramente che ci sono persone che ritengono che il Presidente stia tradendo il suo ruolo di custode della Costituzione e questo dipende probabilmente da vari fattori. Tra questi: a) una scarsa conoscenza dei ruoli delle istituzioni nel nostro ordinamento, d’altro canto l’argomento non è certo semplice; b) l’anomalia dovuta all’inusuale aggressività del premier e alla troppa remissività del Presidente della Repubblica (tieni conto che una parte molto consistente dell’attività del Quirinale è legato alla cosiddetta moral suasion, che si può esercitare se dall’altra parte c’è qualcuno disponibile ad ascoltare).
    Il Quirinale ha una tradizione di ascolto dei cittadini (se scrivi al Presidente della Repubblica, il tuo messaggio viene protocollato, smistato a chi di dovere e riceve una risposta). Tuttavia, l’istituzione vive di procedure obsolete e una mentalità quasi ottocentesca.
    Entrare al Quirinale fa quasi impressione: sembra un salto indietro nel tempo e in un’altra dimensione, con quei silenziosi e curatissimi giardini su cui si affaccia lo studio del Presidente. In una piccola isola è difficile introdurre delle novità, mentre è molto più facile che le abitudini e le tradizioni si rinnovino in cerimoniali 🙂