Appunti sulle metafore e Facebook

In questo periodo sto approfondendo le caratteristiche degli spazi digitali e delle architetture disegnate dalle piattaforme di social networking. In questo contesto mi sembra importante soffermarsi sulla dimensione metaforica di tali spazi, perché è evidente che noi approcciamo sistemi informativi come Facebook usando delle metafore.
Dell’argomento si è occupato diffusamente Davide Bennato nel saggio Le metafore del computer. Partendo dalla lettura di quel testo ho fatto un passo indietro e sono approdato alla lettura di Metafore e vita quotidiana di George Lakoff e Mark Johnson. Condivido alcuni appunti:

La metafora è da molti considerata come uno strumento dell’immaginazione poetica, un artificio retorico, qualcosa insomma che ha più a che vedere con il linguaggio straordinario che con quello comune. Non solo, la metafora è anche tipicamente considerata come caratteristica del solo livello linguistico, una questione di parole piuttosto che di pensiero e di azione. Per questa ragione molti pensano di poter fare benissimo a meno delle metafora. Noi abbiamo invece trovato che la metafora è diffusa ovunque nel linguaggio quotidiano, e non solo nel linguaggio ma anche nel pensiero e nell’azione: il nostro comune sistema concettuale, in base al quale pensiamo e agiamo, è essenzialmente di natura metaforica.
[…]
Basandoci fondamentalmente sulla evidenza linguistica, abbiamo scoperto che la maggior parte del nostro normale sistema concettuale è di natura metaforica. Abbiamo inoltre trovato un modo per cominciare a identificare in dettaglio quali sono le metafore che strutturano la nostra percezione, il nostro pensiero e le nostre azioni. Per dare un’idea di che cosa significa dire che un concetto è metaforico e che esso struttura una nostra attività quotidiana, consideriamo l’esempio del concetto discussione e della metafora concettuale LA DISCUSSIONE E’ UNA GUERRA. Questa metafora è riflessa in una grande varietà di espressioni presenti nel nostro linguaggio quotidiano.

LA DISCUSSIONE E’ UNA GUERRA
Le tue richieste sono indifendibili.
Egli ha attaccato ogni punto debole nella mia argomentazione.
Le sue critiche hanno colpito nel segno.
Ho demolito il suo argomento.
Non ho mai avuto la meglio su di lui in una discussione.
Non sei d’accordo? Va bene, spara!
Se usi questa strategia, lui ti fa fuori in un minuto.
Egli ha distrutto tutti i miei argomenti.

Ciò che è importante sottolineare è che noi non soltanto parliamo delle discussioni in termin idi guerra, ma effettivamente vinciamo o perdiamo nelle discussioni: noi vediamo la persona con cui stiamo discutendo come un nemico, attacchiamo le sue posizioni e difendiamo le nostre, guadagniamo o perdiamo terreno, facciamo piani e usiamo strategie, se troviamo una posizione indifendibile, la abbandoniamo e scegliamo una nuova linea di attacco. Molte delle cose che noi facciamo durante una discussione sono in parte strutturate dal concetto di guerra.
[…]
Provate a immaginare una cultura in cui le discussioni non siano viste in termini di guerra, dove nessuno vinca o perda, dove non ci sia il senso di attaccare o difendere, di guadagnare o perdere terreno. Un cultura in cui una discussione è vista come una danza, i partecipanti come attori, e lo scopo è una rappresentazione equilibrata ed esteticamente piacevole. In una tale cultura la gente vedrà le discussioni in modo diverso e ne parlerà in modo diverso. Ma dal nostro punto di vista, questa gente, probabilmente, non starebbe discutendo ma starebbe semplicemente facendo qualcosa di diverso. Sarebbe perfino strano definire le loro azioni come una discussione.
[…]
L’essenza della metafora è comprendere e vivere un tipo di cosa in termini di un altro. Le discussioni non sono sottospecie di guerre. Le discussioni e le guerre non sono cose diverse – discorsi verbali e conflitti armati – e le azioni che vengono compiute sono diverse. Ma una discussione è parzialmente strutturata, compresa, eseguita e definita in termini di guerra. Il concetto è strutturato metaforicamente, l’attività è strutturata metaforicamente, e conseguentemente il linguaggio stesso è strutturato metaforicamente.

Seguendo il ragionamento di Lakoff e Johnson potremmo dire che FACEBOOK E’ UNO SPAZIO, giacché le persone che usano questa piattaforma software la vivono in questi termini, tanto è vero che usano molte metafore spaziali per definirla e agirla. Mi aiutate a costruire una lista di frasi ed espressioni sul modello di quelle che i due autori di Metafore e vita quotidiana hanno stilato per LA DISCUSSIONE E’ UNA GUERRA? Inizio io con una sola frase, voi aggiungete la vostra nei commenti…

FACEBOOK E’ UNO SPAZIO
Condivido un link nella mia bacheca.

7 Responses

  1. L’allievo @Riccardo Cambiassi ha studiato ed è promosso 😉 Grazie: il prossimo post parlerà proprio delle metafore di orientamento, ci volevo arrivare punto per punto 😀

  2. facebook è uno spazio per chiunque vuole essere al centro dell’attenzione e condividere tutto con i proprio amici, e soprattutto ti fa perdere tempo…

  3. E’ apprezzabile che tu condivida brani così interessanti! grazie mille!

    Per quanto riguarda la metafora da te proposta, non mi fa realmente impazzire d’entusiasmo,e ti spiego perchè!

    La metafora, per come viene utilizzata nella vita di tutti giorni, ha una funzione semplificativa del reale! consente, tramite un pensiero basato sull’analogia, di comprendere in modo figurato, ed in meno tempo, una cosa che, avendola dovuta altrimenti spiegare in termini logico-discorsivi, avrebbe richiesto piu’ impegno!

    Bene. Il termine utilizzato per paragonare dev’essere allora immediatamente identificabile per la qualità che noi vogliamo sia identificabile! se io dico
    “caspita, sei proprio una volpe” tu capisci subito l’analogia con la furbizia!
    Ma poniamo che domani si scopre che il tricheco è un animale furbissimo: questo non vuol dire che io lo possa utilizzare come proxy efficace della volpe!

    Quindi lo spazio! Lo spazio a mio avviso è un termine non sufficientemente identificato (oppure fin troppo se lo intendiamo in senso matematico) e non in grado di farmene immaginare con immediatezza le caratteristiche salienti!

    se dicessimo invece: ” Facebook è una piazza” o “Facebook è una città“, forse la cosa diventerebbe piu’ intuitiva!

    “Ho aperto un nuovo gruppo sui lama austroungarici”
    ” Ho reincontrato un amico che non sentivo da un sacco di tempo”

    Seconda cosa: utilizzando la frase “ho condiviso un link sulla bacheca” sei fuori dal discorso metaforico, perchè non stai rimandando ad un altro ambito linguistico (come fa Lakoff nei suoi esempi: Se usi questa strategia, lui ti fa fuori in un minuto.)
    Il termine “condividere” è già specifico di internet e di facebook, non lo puoi utilizzare con profitto ed in modo comprensibile al di fuori (ma tra un po’ potrai farlo al contrario, utilizzando internet come metafora per altre cose!)