La politica pulita

Gilioli parla oggi di anti-berlusconismo e lo descrive così:

“Antiberlusconismo” in realtà vuol dire semplicemente rifiuto etico e morale per un certo modo di fare politica: quello della commistione violenta con l’affarismo, dell’assoluta mancanza di rispetto delle regole, delle bugie da imbonitore, delle leggi ad personam, del dominio assoluto di uno solo che eleva a ministri le sue veline, della rappresentazione che maschera la realtà e così via.

C’è un errore di fondo in questo ragionamento: non c’è bisogno di essere anti-Berlusconi per aspirare a una politica che rispetti e faccia rispettare le regole, che non menta ai propri elettori e via dicendo. La politica pulita non è questione di sbandierare una superiorità etica e morale: deve essere questione di normalità.

Il partito democratico perde ancora una volta per due motivi. Il primo è che non è in grado di esibire un politica pulita, ma pretende di ergersi a giudice delle azioni degli altri, millantando una diversità che nei fatti non c’è. Il secondo è che non è in grado neanche di mettere insieme un racconto, un’epica alternativa a quella del condottiero Berlusconi.

La politica pulita è una faccenda faticosa: richiede trasparenza di comportamenti, la rinuncia alle convenienze personali, l’abbandono delle scorciatoie, l’adozione del merito, la premiazione delle competenze. Sono tutte cose che costano fatica e che mostrano i propri frutti nel lungo periodo.

Tuttavia, è solo una politica pulita non solo nelle intenzioni, ma soprattutto nella prassi, che può far guadagnare la fiducia dei cittadini e che permetterà alla sinistra italiana di costruire un’epica alternativa. E’ un percorso che si può fare soprattutto se si considera che abbiamo di fronte tre anni, durante i quali – invece di andare al rimorchio della comunicazione del cavaliere – il partito democratico potrebbe finalmente decidere di cambiare marcia dettando una sua agenda e lavorando soprattutto a livello locale, dove il contatto con i cittadini si gioca sulle cose pratiche e non su questioni che la gente fa difficoltà a capire come le riforme istituzionali.

One Response

  1. condivido pienamente.
    Forse questa strada, ” politica pulita non solo nelle intenzioni, ma soprattutto nella prassi”, non viene intrapresa, per calcolo perchè ritenuta non vicente.
    Del resto sembra che i nostri concittadini si facciano abbagliare dai Berlusconi-Corona dai ministri-spogliarllisite ed approvino questi comportamenti antisociali. E’ difficile far comprendere il valore di una politica pulita a chi continua a votare Carfagna (eletta in Campania con 55mila preferenze), o a chi continua a votare persone condannate per mafia… certo che poi ci metti in mezzo Marrazzo ed il disastro di Bassolino (come ha fatto ha logorare il consenso che aveva 10 anni fa?)