La Chiesa Cattolica si aggiudica ogni anno la cospicua somma di un miliardo di euro grazie ai contribuenti italiani che decidono di devolverle l’otto per mille e, soprattutto, grazie a quelli che decidono di non mettere alcuna firma.
Il meccanismo di attribuzione dell’otto per mille, infatti, nasconde un trabocchetto perché «la destinazione si stabilisce proporzionalmente alle scelte espresse e secondo gli accordi stabiliti con le confessioni religiose». Quindi per determinare quanti soldi vanno a ciascuna confessione, si prende il totale dei voti espressi e non il totale delle dichiarazioni dei redditi. Per intenderci: il totale delle dichiarazione è 40,5 milioni. Di questi, solo 17,6 milioni di contribuenti esprime una preferenza per la destinazione dell’otto per mille, mentre 22,9 milioni non scrive nulla.
In altri termini, il 43,5% dei contribuenti italiani esprime una preferenza, mentre il 56,5% non è interessato oppure pensa che non scrivere nulla equivalga a dare il suo otto per mille allo Stato.
Chi esprime una preferenza decide per lo più di devolvere la sua quota alla Chiesa cattolica che si aggiudica l’85% delle scelte. E qui sta il trabocchetto: sono 15 milioni gli italiani che vogliono dare i soldi alla Chiesa cattolica, ossia circa il 37% del totale dei contribuenti. Questo dovrebbe suggerire a rigor di logica che solo il 37% dell’otto per mille vada alla Chiesa cattolica. Invece, il calcolo viene fatto prendendo come totale il numero di chi ha scelto invece del numero dei contribuenti: Il risultato è che la Chiesa cattolica prende l’85% dell’otto per mille.
Come viene speso il miliardo di euro? Nel 2009, i fondi sono stati ripartiti così:
- 423 milioni alle diocesi, all’edilizia, alla tutela dei beni ecclesiastici, alla catechesi, all’educazione cristiana, ai tribunali ecclesiastici regionali e alle esigenze di rilievo nazionale;
- 381 milioni servono per il sostentamento del clero;
- 205 milioni sono destinati agli interventi caritativi delle diocesi (90 milioni) al Terzo mondo (85 milioni) e alle esigenze di rilievo nazionale (30 milioni).
La Chiesa Valdese, invece, usa l’intera somma per scopi sociali e umanitari (70% in Italia e 30% all’estero) mentre non un solo euro viene destinato a finalità di culto, agli stipendi pastorali e alle ristrutturazioni delle chiese (fonte. Corriere economia del 10 maggio 2010).
A me personalmente da molto fastidio sapere che l’85% del mio otto per mille venga dato alla Chiesa cattolica nonostante io scriva che voglio destinarlo allo Stato. Trovo che questo sistema sia truffaldino!