I bambini sono altruisti nati?

Michael Tomasello, co-direttore del Max Plank Institute di antropologia evolutiva a Leipzig, sostiene che noi uomini siamo naturalmente portati all’altruismo e alla cooperazione. Nel libro Altruisti nati scrive:

L’universalità delle norme sociale – e il loro ruolo chiave nell’evoluzione umana – è evidente. Tutte le società tradizionali, ampiamente studiate e analizzate, possiedono rigide norme sociali in merito a ciò che un individuo può o non può fare, perfino (o forse soprattutto) negli ambiti più rilevanti sul piano biologico, cioè il cibo e il sesso. Gli esseri umani hanno sviluppato emozioni specifiche proprio in virtù di determinate norme, a ulteriore riprova del ruolo chiave giocato da queste ultime nell’evoluzione della specie. Il senso di colpa e la vergogna presuppongono qualche tipo di norma sociale, o almeno di giudizio sociale, che le persone interiorizzano e usano per giudicare se stesse (tramite determinati sentimenti).
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Lo sviluppo delle tendenze altruistiche nei bambini piccoli, perciò, è evidentemente modellato dalla socializzazione. I bambini arrivano a questo processo con una predisposizione all’aiuto e alla cooperazione ma poi imparano a essere selettivi nel decidere a chi prestare aiuto, fornire informazioni o coinvolgere nella condivisione. Imparano anche a gestire le impressioni che possono suscitare negli altri – la reputazione e il Sè pubblico – come un modo per influenzare le azioni di quei soggetti altri nei loro confronti. Inoltre imparano le norme sociali che caratterizzano il mondo culturale in cui vivono e si impegnano attivamente a identificarle e a rispettarle. Cominciano addirittura a contribuire al processo di rafforzamento ricordando agli altri quelle norme – come osservato nei nostri studi in cui i bambini dicono agli altri “come si fa” – e punendo se stessi attraverso il senso di colpa e la vergogna se non le rispettano.
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Chi ha ragione, dunque? Il diabolico Hobbes o l’angelico Rousseau? Gli uomini sono per natura anime nobili o prave? Come sempre, di fronte a dilemmi di tale portata, entrambe le tesi hanno una parte di verità. Ho presentato prove empiriche – spero convincenti – del fatto che gli infanti e i bambini piccoli giungono alla fase culturale già predisposti a prestare aiuto, fornire informazioni e condividere generosamente nelle dovute situazioni (in altre, ovviamente, si dimostrano egoisti). Quando acquistano indipendenza, però, i bambini devono essere più selettivi e riservare i loro atti altruistici a individui che non se ne approfittino, o che addirittura possano ricambiarli.

Insomma, nasciamo con una naturale predisposizione all’altruismo e alla cooperazione e poi modelliamo questa predisposizione grazie alla cultura del gruppo sociale in cui viviamo e alla norme che ne regolano il funzionamento.