Il lodo Alfano costituzionale metterebbe al riparo il premier dai processi anche per i reati commessi prima che si avviasse alla carriera politica. E’ oggettivamente un orrore da qualsiasi punto di vista a partire da quelli etico e giuridico. Però, mi sembra di poter dire che la parola «costituzionale» racchiuda un’opportunità.
Le leggi costituzionali hanno un inter particolare, come sintetizza Wikipedia alla voce legge costituzionale:
Il procedimento per la revisione costituzionale è disciplinato nell’art. 138 della Costituzione italiana: il disegno di legge costituzionale deve essere approvato da ciascun ramo del Parlamento con due distinte deliberazioni, tra le quali devono intercorrere almeno tre mesi. Nel caso in cui la deliberazione, nella seconda votazione di ciascuna delle Camere, non sia avvenuta a maggioranza di due terzi dei loro componenti ma a semplice maggioranza assoluta, può essere richiesto, da un quinto dei membri di una Camera, da cinque Consigli regionali o da 500.000 elettori, un referendum confermativo.
La maggioranza di due terzi corrisponde a 420 deputati e 210 senatori. Lo scorso 30 settembre, il governo ha ottenuto la fiducia alla Camera con 342 voti: quindi è plausibile dire che il lodo Alfano verrà approvato a maggioranza assoluta e che si andrà al referendum.
A questo punto gli italiani saranno chiamati a votare su un quesito del tipo: volete assicurare l’immunità a Silvio Berlusconi, quando a voi non viene concesso neanche il dubbio della buona fede se siete passati con il giallo? Nel 2006 il referendum che avrebbe dovuto confermare la riforma costituzionale fatta dal centro destra che cambiava l’assetto della Repubblica e introduceva la devoluzione e il premierato fu stato bocciato senza troppi complimenti (vedi la voce Referendum costituzionale del 2006 in Italia di Wikipedia). Personalmente ho più di un dubbio che una legge costituzionale così smaccatamente ad personam possa essere approvata in sede referendaria.
Fin qui siamo nel plausibile, però potrebbe essere divertente fare qualche ipotesi di fantapolitica. Abbiamo detto che ci vogliono tre mesi per fare la legge costituzionale, quindi il lodo Alfano potrebbe essere approvato a marzo e pubblicato in Gazzetta ad aprile. A questo punto, mi auguro che il Partito democratico faccia scattare contemporaneamente le tre opzioni e quindi che richieda il referendum con i deputati, i consigli regionali e raccogliendo le firme (molte di più delle 500mila necessarie, ovviamente). Questa richiesta deve essere fatta entro tre mesi: immaginando che siano usati tutti e tre e che quindi la richiesta di referendum venga presentata a luglio. Da qui ci vuole un mese affinché la Corte Costituzionale decida se è legittimo (siamo ad agosto). Quindi sono concessi altri sessanta giorni per stabilire la data delle votazioni (siamo arrivati a ottobre). La data del referendum è «fissata in una domenica compresa tra il 50° e il 70° giorno successivo all’emanazione del decreto di indizione». Insomma il no-Berlusconi Day (quello vero, non le allegre scampagnate del Popolo Viola) potrebbe esserci tra il dicembre del 2011 e il gennaio del 2012. Anche se abbiamo fatto un’ipotesi molto pessimistica immaginando che ogni volta i provvedimenti vengano presi alla scandenza del tempo concesso. Ricordiamo che la riforma costituzionale del 18 novembre 2005 è stata abrogata con il referendum del 25 giugno 2006, quindi i tempi potrebbero essere un po’ più brevi e garantire la votazione entro il 2011.
E poi? Beh, se il lodo Alfano venisse effettivamente bocciato, Futuro e Liberà potrebbe legittimamente avanzare il sospetto che il premier non ha più la maggioranza nel Paese e che quindi sia il caso di andare alle elezioni anticipate. A quel punto, infatti, Berlusconi sarebbe in una situazione di totale svantaggio non potendo certo sostenere che la maggioranza degli italiani lo ama e lo segue senza riserve. Se ciò fosse vero, tra marzo e giugno del 2012 ci sarebbero le elezioni anticipate (magari con una legge elettorale diversa da quella attuale, ma questa è un’altra telenovela).
Le elezioni anticipate e l’auspicabile sconfitta di Berlusconi scongiurerebbero il rischio di una sua candidatura alla Presidenza della Repubblica nel 2013, anno in cui scade il settennato di Napolitano.
UPDATE. I miei amici esperti di politica, mi dicono che l’ipotesi più probabile rimane comunque quella di andare al voto nel 2011 e che non si farà a tempo a discutere il lodo Alfano, che di fatto sposta solo il problema in avanti. Questa è l’ipotesi che Berlusconi percorrerebbe se ritenesse che rinviare la questione non è conveniente.