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Vittorio Zambardino ha ragione: parliamo delle firme false di Formigoni

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Vittorio Zambardino ha perfettamente ragione quando lamenta il fatto che si parli troppo poco delle firme false di Formigoni (ma anche della lentezza dei riconteggi in Piemonte). La sua spiegazione è questa:

Non stiamo parlando forse di trasparenza? Non stiamo parlando di quell’elemento, fondamentale per la rottura del circuito oligarchico, che è la conoscenza?
Perché pensate che non vada avanti l’idea che tutti coloro che sono stati eletti e tutti coloro che sono stati nominati ad un incarico pubblico debbano rientrare in un data base dove sia possibile conoscere i loro redditi, il quadro complessivo dei loro incarichi professionali, la loro biografia?
Mi permetto di suggerire una chiave di lettura: perché anche in quei santuari-blog della rete che si preparano a scegliere, ognuno secondo le proprie preferenze, strade di partiti esistenti o di partiti costituendi, prevale la faziosità, il senso dell’orticello, la scelta di curare solo e soltanto le proprie ossessioni. Sembra di rivivere la storia dell’estremismo di sinistra degli anni ‘70.

La condivido aggiungendo quello che ho scritto tempo fa. Molti di quelli che hanno ottenuto una certa notorietà grazie ai blog, ripetono un format che è tipicamente di lamentela. Una lamentela che non si preoccupa di come risolvere i problemi, anche perché senza di questi non avrebbe più senso.