Raphael Rossi, 35 anni, specializzato nella progettazione di sistemi per la raccolta differenziata, fino a quattro mesi fa era vicepresidente dell’Amiat (l’azienda municipale per la raccolta dei rifiuti a Torino) indicato da Rifondazione comunista. Tre anni fa, ha scoperto che i vertici aziendali stavano brigando per acquistare (anzi per far acquistare dagli ignari cittadini torinesi) un macchinario inutile e costoso: ha quindi deciso di tenere duro ed è riuscito a bloccare l’acquisto. Non solo, ha detto di no a una tangente e ha denunciato chi gliela offriva. La sua storia è stata raccontata a Report:
Qual è stato il premio per la sua rettitudine? Ce lo racconta Il Fatto Quotidiano:
… anziché ricevere complimenti e incoraggiamenti dall’Amiat e dal Comune di Torino (retto dal sindaco Pd Sergio Chiamparino) per il servigio reso alla collettività , Raphael è stato cacciato dall’Amiat (unico membro del vecchio Cda a non essere riconfermato) e isolato dalla politica, anche dal suo partito. Come nella migliore cultura mafiosa, chi collabora con la giustizia si rende inaffidabile nel suo ambiente. E diventa un ingombro, un appestato. Di più. Nel comunicato emesso dopo il servizio di Report, il Comune di Torino annuncia che l’Amiat si costituirà parte civile contro l’ex presidente Giordano (ma non contro il direttore dell’ufficio acquisti, pure lui imputato e tuttora in servizio) e curiosamente minimizza i reati contestati citando solo la turbativa d’asta, non la corruzione.
Perché non si costituisce parte civile anche il Comune? E, soprattutto, perché né l’Amiat né il Comune hanno offerto a Rossi l’assistenza legale? E’ dal 2007, quando sventò la tentata corruzione facendo risparmiare ai torinesi 4 milioni che Raphael si paga l’avvocato e continuerà a farlo per tutto il processo in cui, ovviamente, è lui stesso parte lesa. Poi certo, fra una decina d’anni, se gli imputati verranno condannati, gli saranno rimborsate le spese legali e forse anche qualche euro di risarcimento. Ma intanto viene lasciato solo, mandato allo sbaraglio senza coperture politiche e istituzionali.
Per questo motivo, il Fatto Quotidiano ha lanciato una raccolta di firme per chiedere al Comune di Torino e al sindaco Sergio Chiamparino di costituirsi parte civile e di sostenere le spese legali per Rossi, che in questa vicenda è parte lesa.
Vi invito a firmare l’appello: Non lasciamo soli gli onesti. Io l’ho fatto 🙂
6 Responses
Questi episodi mi preoccupano perchè non sono, purtroppo, isolati ma fanno parte di un’abitudine dura a morire. Speriamo che la prossima repubblica, la numero 3, il numero perfetto, “perfezioni” anche questo 🙂
io, ho condiviso l’articolo su FB. Oltre ad aver firmato petizione. 🙂
io commento cosi
http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=174