Mai mi sarei sognato di vedere il Festival di San Remo se non ci fosse stato Roberto Benigni che ha monopolizzato la scena per 45 minuti facendo l’esegesi dell’inno d’Italia. Ho raccolto in una playlist i video che sono stati prontamente messi online su YouTube:
Fate caso a una cosa: all’inizio la telecamera inquadrava la platea, poi hanno smesso perché la comitiva di anziani maramaldi seduti assisteva con aria schifata (al massimo qualche sorriso di circostanza) ad un monologo che parlava di amor patrio, di ragazzi che hanno abbracciato un ideale, di amore per la propria terra: tutte cose che non si monetizzano. Nel tono scansonato e caotico di cui solo Benigni è capace, unendo il sacro ed il profano, riuscendo a far convivere la citazione colta con lo sfottò al potere. Bellissimo l’inno d’Italia cantanto a mezza voce e con gli occhi lucidi 🙂
3 Responses
Non vorrei apparire cinica, ma sfido uno qualunque dei politici seduti tra le prime file a sapere anche solo una piccola parte della storia del nostro inno o del nostro Risorgimento. Lo sanno che l’Italia come la conosciamo oggi, è stata unificata quasi alle soglie del fascismo? La mia terrra, il Trentino così come il Friuli Venezia Giulia (veramente anche la Dalmazia e Fiume che poi abbiamo perso) sono rimaste a lungo sotto il dominio austro-ungarico. Gli anni della battaglie irredentiste e i sacrifici di molte vite hanno permesso a queste terre di unirsi definitivamente al resto della Penisola solo a conclusione della Prima Guerra Mondiale. Ma chi, tra le prime file che citi, conosce i nomi e sa chi siano Cesare Battisti, Gugliemo Oberdan o Nazario Sauro?
Nicola , come mai i video non sono più visibili?