iDog. Domanda

Dove troviamo i primi utenti di iDog? Se è vera l’ipotesi per cui il cliente tipo di iDog è proprietario di uno o più cani, possiede un iPhone ed è già utente di un social network e in particolare di Facebook, allora la risposta è tutto sommato semplice: dentro Facebook e dentro l’Apple Store. Tuttavia, non si tratta di una risposta esaustiva, perché trascura i social network verticali come Dogster e tutti i siti e forum in cui si incontrano i cinofili: questi luoghi sono ovviamente interessanti, ma hanno il sostanziale difetto di non permettere l’importazione del grafo sociale come invece consente di fare Facebook. E’ un elemento importante perché l’ipotesi iniziale da testare è che sia possibile costruire un social network vibrante all’interno di iDog, trasferendo le attività sociali che hanno a che fare con la passione per i cani dentro l’app.

La domanda da Facebook
Ovviamente Facebook è ricco di gruppi e pagine che hanno a che fare con la cinofilia. In Italia, per esempio, sono entrati in contato con Seconda Zampa che raccoglie ben 18.277 fan. Poi mi sono iscritto a un gruppo di proprietari e appassionati di American Hairless Terrier.
Abbiamo notato che tra gli appassionati c’è una grande attenzione verso i canili e le associazioni che si occupano di cani abbandonati. Tanto che stiamo pensando di inserire da subito qualche funzionalità che agevoli la visibilità delle proposte di adozione: d’altro canto ci piace molto l’idea di coltivare seriamente il lato etico dell’applicazione.
Ad ogni modo, penso che un rappresentante di iDog debba discutere dell’applicazione con gli utenti che animano le page e i gruppi di Facebook dedicate ai cani. Non è necessario fare promozione: in questa fase è più interessante riuscire a coinvolgere persone disposte a usare l’app anche con tutte le sue imperfezioni e a contribuire con i propri suggerimenti a renderla migliore.
La promozione vera e propria avverrà grazie alla syndication dei contenuti dall’app verso le bacheche Facebook degli utenti: in altri termini, al bando messaggi come «ehi tu, istalla la magica app per gli amanti dei cani». Al loro posto, molto meglio «Ciccio condivide la sua amicizia con Poldo grazie ad iDog» e poi il contenuto condiviso.

La domanda dall’Apple Store
Le discussioni su come si ottiene visibilità nell’Apple Store sono numerose. I libri che ho comprato sull’argomento (App Savvy e iPhone & iPad Apps Marketing) concordano nel sostenere che per aumentare la visibilità è opportuno adottare queste tattiche:

  • curare molto la grafica. Molte delle applicazioni che vengono messe in evidenza dall’Apple Store, infatti, hanno un’interfaccia molto bella da vedere;
  • curare il copywriting. Ossia scegliere un buon nome e aggiungere un payoff descrittivo direttamente nel titolo (es. «iDog. The ultimate app for dog lovers»). Quindi scrivere con molta cura la descrizione.
  • sollecitare le recensioni. Questo ovviamente non significa scrivere false recensioni positive, ma sollecitare gli utenti affinché scrivano il loro onesto parere sull’applicazione;
  • prezzare in modo corretto. Non è sempre facile, come abbiamo avuto modo di sottolineare in un altro post, ma l’obiettivo deve essere trovare il corretto rapporto tra costo e valore offerto all’utente;
  • integrare con altre app. Usare il brand di piattaforme popolari come Facebook o Twitter permette di essere rintracciati anche quando l’utente cerca con queste chiavi di ricerca.

Gli influenti
Coinvolgere gli influenti significa realizzare un piano di comunicazione orientato a tutti coloro che possono parlare dell’app, recensirla ed eventualmente sostenerla con il proprio parere positivo. E’ una classica attività di relazioni pubbliche e chi mi conosce sa quanto io sia allergico a tutte le declinazioni più o meno farlocche del mestiere di relatore pubblico in salsa social, dal buzz al viral al ninja all’infiltration a quello che vi pare.
Fare in modo sano questo mestiere è molto semplice: devi avere qualcosa di interessante per il tuo interlocutore, lo devi contattare educatamente rispettando il suo ruolo e la sua professionalità, gli devi raccontare quello che stai facendo onestamente e devi rimanere in attesa che ti dica che cosa ne pensa.
Fare, fare bene, farlo sapere: tutto il resto sono beceri espedienti che non hanno nulla a che vedere con la comunicazione.

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