Riporto una interessante conversazione che abbiamo avuto su Facebook in merito al mio post sul rapporto tra wi-fi pubblici e libertà di espressione.
Alfonso Trezza. Che l’accesso alla rete tramite il Wifi pubblico e free sia un bene per i cittadini in senso lato o per chi vi opera per business in senso stretto penso che sia assolutamente condivisibile e auspicabile sempre più.
Che però grazie ad esso si pensa di poter rendere più liberi gli stessi cittadini di esprimere i propri pensieri o opinioni è solo un palliativo.
Ogni individuo dovrebbe sentirsi libero di esprimere le proprie opinioni nel rispetto altrui anche se i mezzi per farlo non fossero free o di facile accesso.
La libertà dobbiamo sentirla dentro di noi, non se abbiamo o meno dei mezzi per esprimerla, ad oggi quei mezzi ci sono ma quelle che mancano in questo paese sono libertà diverse e non di espressione, penso alla libertà di poter fare, dove i meriti debbano valere più delle conoscenze, alla libertà di poter usufruire di servizi pubblici almeno decenti, alla libertà di poter scegliere per le nuove generazioni dove voler coltivare un proprio sogno e non essere costretti per farlo a dover per forza emigrare, alla libertà e serenità di un genitore di vedere i propri figli realizzati e non di doverli aiutare fino agli anta e oltre.
Ecco queste sono alcune delle libertà che un paese civile dovrebbe perseguire prima ancora di qualsiasi altra cosa free, altrimenti tutto il resto sono solo dei “pannicelli caldi†messi sulla fronte di un malato grave.
Nicola Mattina Alfonso, tutto quello che dici ha senso, ma non sottovalutare il potere della libertà di espressione: le rivoluzioni nascono quando la gente comincia ad esprimere il proprio dissenso e a mettere in discussione il pensiero dominante 🙂
Alfonso Trezza. Ciao Nicola, sono d’accordo con te sulla possibilità e necessità di poter esprimere il proprio dissenso ad un qualcosa, però ritengo che in tal senso le reti wifi free nulla tolgano e nulla aggiungano a questa possibilità che ad oggi con va…ri mezzi e in varie forme, anche tramite l’uso della rete già c’è.
Del resto se servisse avere un accesso alla rete free per poter esprimere il proprio dissenso, gli accadimenti delle ultime settimane che si stanno avendo nei paesi medio orientali non si sarebbero mai avuti, sicuramente le possibilità di accesso alla rete e di poter comunicare con il mondo esterno sono state la leva affinchè finalmente quei popoli si “liberassero” ma il senso, la voglia, l’ambizione di essere liberi deve essere dentro di noi, in mancanza, a mio parere non vai da nessuna parte e questo secondo me manca ancora alla maggioranza degli italiani, viviamo in una gabbia pseudo-dorata dove crediamo di essere liberi ma pur sempre una gabbia rimane.
Nicola Mattina. Il discorso potrebbe essere portato avanti all’infinito: è senza dubbio vero che l’aspirazione alla libertà deve essere dentro di noi, ma la libertà ha una dimensione pubblica che deve essere garantita. E’ solo se io garantisco la libertà c…ome bene comune, come principio di una collettività , che permetto alle persone di coltivarla come aspirazione individuale. Le due cose non possono essere scisse.
In questo senso, è vero che il wi-fi pubblico non è strettamente indispensabile a manifestare le proprie idee e che lo si può fare anche in sua assenza, però promuovere il principio è importante.
Allo stesso modo, non è indispensabile scendere in piazza per manifestare il proprio dissenso, però quando un governo vuole restringere la libertà , tra le prime cose che fa è vietare i raggruppamenti di più di un tot di persone e imporre il coprifuoco. Ossia impedisce le persone frequentino i luoghi pubblici e facciano circolare le proprie idee 🙂
Nicola Greco. ho una domanda però, controversa e fuori luogo. Ok wi-fi, ma chi non ha un dispositivo per connettere a internet, è comunque privo di questa libertà ? Quindi lo stato oltre alla rete dovrebbe fornire anche un dispositivo?
E’ il filo che non riesco a seguire. Sono ok per il wi-fi pubblico, perchè a volte è quasi una necessità . Però è come dire, mettiamo fontanelle per tutta la città , ma ognuno deve portarsi il bicchiere per bere. (cosa che trovo comunque giusta)
Alfonso Trezza ‎@Nicola G, è si in questo caso la libertà impone che per goderne e praticarla devi andare in giro di adeguato dispositivo, viceversa seppure le intenzioni siano buone restano tali.
Nicola MattinaNicola, la questione che poni riguarda il confine entro cui si deve muovere lo Stato: quali settori deve presidiare e quali lasciare alla libera iniziativa dei privati.
E’ un confine che non ha una collocazione netta, perché la sua posizione dipende da tanti fattori, che vanno da come vedi il mondo a quello che è possibile fare effettivamente con le risorse a disposizione 🙂
Aggiungete la vostra opinione 🙂