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Product Market Fit: problemi, soluzioni, clienti

Mi appunto un paio di cose a corredo di quanto ho scritto qualche giorno fa sulla costruzione di un metodo per mettere a punto il product market fit. Ci stavo ragionando oggi con i ragazzi dello Startup Design Lab di Italian Founders.

Negli ultimi due incontri abbiamo lavorato molto sull’elevator pitch, costruendolo secondo il modello proposto da Adeo Ressi in questo video. Il format è tanto semplice nella struttura quanto difficile da utilizzare efficacemente:

La mia azienda [nome della startup]
sta sviluppando [offerta]
per aiutare [customer segment]
[a risolvere un problema]
[grazie a una soluzione]

E’ chiaro che gli elementi che permettono di arrivare al product market fit sono tre: una soluzione per un cliente che ha un problema. L’obiettivo è risolvere l’equazione e man mano che si lavorao con l’elevator pitch ci si rende conto di quali siano le vere incognite da affrontare. I casi possono essere diversi. Per esempio:

Ho già in mano un prodotto. Può trattarsi di una nuova tecnologia frutto di un progetto di ricerca, oppure un pezzo di software che ho sviluppato per diletto e via di seguito. Le incognite dell’equazione sono il problema e il cliente: devo capire se questa soluzione risolve il problema di qualcuno e se costui vuole e può comprare il prodotto che propongo.

Ho indivduato un problema. Spesso accade che lavorando in un settore ci si imbatta in problemi che non sono ancora soddisfatti in modo adeguato da un prodotto. In questa circostanza si riesce anche a individuare il cliente, perché i problemi non esistono in termini astratti ma sono espressi da qualcuno. Qui l’incognità è rappresentata dalla soluzione.

Ho un’idea. Quando qualcuno parte da un’idea, magari semplicemente perché desidera creare qualcosa che è sfidante e interessante, si trova nella situazione peggiore perché di fatto sta manifestando un’aspirazione e spesso non è neanche consapevole che il suo obiettivo dovrebbe essere quello di creare una soluzione che risolve il problema di qualcuno. L’aspirante imprenditore con l’idea ancora da realizzare è quello che ha meno possibilità di tutti di andare da qualche parte. Deve cominciare da una delle incognite e affrontarle in modo sistematico e di petto, altrimenti corre il rischio di girare in tondo.

Se questo è il framework di riferimento, allora possiamo anche mettere a punto una cassetta degli attrezzi che ci aiuti ad affrontare l’esplorazione delle tre incognite. Nel caso di una startup digitale sono:

  • problema. Penso che siano utili le tecniche di assessment dei problemi, come l’albero dei problemi e il logical framework approach, che stiamo cominciando ad esplorare con il gruppo di lavoro dello Startup Design Lab.
  • cliente. Ritengo che si possa fare leva sulle tecniche usate nella progettazione della user experience per la realizzazione delle persona.
  • soluzione. La realizzazione della soluzione ha due aspetti: uno di user experience e uno tecnico di sviluppo della tecnologia.

Ogni suggerimento è più che benvenuto 🙂